| Joanna Rains
Quando Locke aprì la porta, s'intuì subito una strana aria dentro il suo appartamento; le bastò un occhiata per capire che doveva essere successo qualcosa li dentro, che c'era qualcuno. E la domanda di Locke, confermò la sua ipotesi. Perchè per quando potesse sembrare un tipo insolito, Locke non sembrava esattamente il genere di persona da tenere la casa in quello stato. E non si trattava di semplice disordine, li dentro era passato un uragano. O forse due. Negò con il capo quando lui le chiese se qualcuno dal Distretto fosse andato a far visita e allora mise mani alla propria fondina, aprendola con un gesto quasi automatico. Ma non Locke non ebbe tempo di mettere un piede in casa che subito gli indesiderati ospiti avevano deciso di dare loro il benvenuto con una simpatica pioggia di proiettili. Sia lei che il ragazzo schivarono abilmente l'attacco e Joanna fu pronta nel tirare fuori l'arma mentre si nascondeva dietro il battente della porta d'ingresso. Questo si che è un gran bel modo di salutare il padrone di casa, pensò, mentre in qualche attimo cercava di racimolare abbastanza idee per metterli alle strette e sperare di prenderli almeno vivi. E visto che Locke aveva già prvveduto a farne fuori uno, e con che mira! Joanna si vide costretta a temporeggiare un attimo in più, per mettere a terra un modo alternativo per pescare il secondo ospite. Udì Locke urlarle qualcosa, e nel frattempo indossò degli occhiali da sole che nascosero le iridi che brilavano dei loro cerchi. Mise mano alla giberna che teneva dall'latra parte della cintura e ne uscì fuori un paio di granate illuminanti. Si guardò intorno, la luce che aveva a disposizione poteva bastarle ma non poteva esserne sicura, dopo tutto c'erano soltanto i lampioni a darle manforte. Pensò allora alle sue torcie, nel caso le cose si sarebbero messe al peggio, ma sperò che quello che aveva in mente potesse bastare. Fammi un favore Locke, disse, attivando le granate che aveva per le mani. Due dovevano bastare a illuminare a giorno l'intera palazzina, e pensò che in quelle condizioni d'oscurità, il tale ospite doveva avere necessariamente gli occhi ben aperti per potersi orientare. O un visore notturno. In tal caso ancora meglio. E con un pò di fortuna, non l'avrebbe solo stordito, ma anche accecato temporaneamente, un lasso di tempo indefinito certo, ma che superava sicuramente le paia di ore. tieni gli occhi ben chiusi. concluse, lanciando le due perle che aveva in mano all'interno dell'appartamento, di presiso lì da dove aveva visto la mano uscire armata di pistola. E tornò a riparsi dietro una parete, nascosta da un angolo, quando poi le granate esplosero, illuminando -di una luce troppo intensa per essere sopportata dall'occhio nudo- l'intero appartamento. E non solo. Il flash si riflettè in entrambi i vicoli, percorrendo le pareti fino il terzo piano. E quando questo scomparve, si sporse verso l'interruttore dell'appartamento, accendendo le luce nella stanza. Lanciò uno sguardo a Locke dietro il mobile, si assicurò che stesse bene con un occhiata, poisi mosse con cautela a cercare il sicario dietro l'angolo, tenedo la pistola armata ben in vista e pronta. E dopo aver scavalcato il morto che aveva fatto Locke, vide l'uomo sulle ginocchia che si teneva le mani strette agli occhi; accennava qualche lamento, ma era troppo stordito per rendersi conto di quello che succedeva. Fu allora che, assicurata che fosse evidentemente disarmato, gli fece un sedativo che lo fece crollare a terra nel giro di qualche attimo. E vaffanculo anche a te.
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