Scendo dentro un oceano di silenzio.

« Older   Newer »
  Share  
bismillah resistance.
view post Posted on 19/4/2011, 18:30 by: bismillah resistance.
Avatar

crede quia absurdum

Group:
Player
Posts:
7,389
Location:
neverland -

Status:


# Kira I. Kalandarishvilia
Inspirò profondamente quell'aria salmastra che sapeva di libertà, lasciando che il vento leggero la cullasse, facendo danzare i capelli corvini sul collo nudo e il volto pallido. Due chiazze rosse all'altezza delle gote erano le uniche note di colore che ravvivavano la sua figura mingherlina coperta di abiti scuri e tristi, tristi come i suoi occhi di ghiaccio, animati dall'eterno bagliore insito in essi tipico di chi ha uno scopo da perseguire.
Si chinò leggermente, abbassando con un gesto rapido la cerniera che teneva chiuso lo stivale sinistro, e con un movimento fluido liberò il piede dalla calza, lasciando quindi che la pelle nuda entrasse a contatto con la sabbia sottile e calda. Era una sensazione estremamente piacevole, sentire tutti quei minuscoli granelli ruvidi contro la pelle, percepire centinaia di corpuscoli rinchiudervisi sopra in una sorta di morsa gentile e confortante.
Socchiuse gli occhi, sospirando. Era stanca. Si era mossa quasi initerrottamente nelle ultime due settimane, senza mai fermarsi più a lungo di quattro o al massimo cinque ore ogni notte per riposare le membra stanche. Voleva raggiungere una città dove potersi rifornire di cibo vero: esso era l'unico motivo che la spingeva in direzione di Arcadia, il desiderio di rifocillarsi producendo allo stesso tempo quel senso di piacere che unicamente del buon cibo è in grado di dare. Le radici, le verdure, il pane frugale che mangiava da ormai troppo tempo iniziavano a darle la nausea.
Inoltre, aveva bisogno di civiltà. Contatto con la gente, informazioni su ciò che stava accadendo nel mondo al di fuori della Resistenza. Mondo che, per altro, ospitava chi lei stava cercando, con ottime probabilità. Essere persone tendenzialmente solitarie e decisamente poco socievoli non era di certo sinonimo di "isolamento dalla realtà cittadina", dopotutto.
Sfilò anche il secondo stivale, a cui seguì anche la calza del piede destro, abbandonata accanto all'altra sulla sabbia dorata. Infilò una mano nella tasca del cappotto color kaki, che ben si riusciva a mimetizzare fra la vegetazione, e ne estrasse una corda, o forse un filo di lana, col quale si legò i capelli sopra la nuca, di modo che non le impedissero ulteriormente lo sguardo. Quest'ultimo era fisso sulla distesa blu dell'oceano, sfavillante sotto i raggi del sole del primo pomeriggio, caldi e piacevoli sul volto. In effetti, la temperatura era piuttosto alta, lì; come se se ne fosse accorta solo in quel momento, la sua mente mandò un impulso al resto del corpo, una vampata di calore la pervase. Sbottonò il cappotto, che andò a fare compagnia alle scarpe, lasciando le braccia libere nella maglietta nera.
Istintivamente, portò una mano alla cintola, assicurandosi di avere ancora le armi con sè: in un mondo come questo, le armi sono le uniche amiche che ti puoi permettere, si ripeteva ogni volta che compiva quel gesto - il che equivale a dire "ogni dieci minuti", più o meno.
Sentiva qualcosa di strano, in quell'aria. Qualcosa di diverso dal solito.
Pace. C'era pace, in quel luogo, sembrava così assolutamente fuori dal Mondo, una spiaggia deserta in riva all'Oceano infinito odoroso di sale ed immensità.
Sarebbe stato un buon luogo dove andare in vacanza, se solo fosse esistito ancora una tale lusso.
 
Top
3 replies since 19/4/2011, 18:30   114 views
  Share