Resa dei conti

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Jezebel.
view post Posted on 25/9/2010, 15:29




Morrigan Yeats

Per raggiungere il distretto, aveva dovuto percorrere tutta la zona residenziale e superare poi il grande edificio dell'accademia. Le ci vollero una ventina di minuti per arrivarci, durante i quali si era spostata alternando passi veloci e nervosi a passi più lenti, ma non più rilassati. Da un lato le si paravano davanti pensieri rivolti al fratello, dall'altro le veniva alla mente quello a cui stava andando in contro, ma in entrambi i casi le si formava un nodo in gola sempre più difficile da sciogliere.
Arrivata davanti al distretto, si fermò qualche istante davanti al portone principale. Sospirando, fece qualche passo avanti e vi entrò. Il grande atrio che le si prensentò davanti, era colmo di membri dell'èlite, che si spostavano da un'ascensore all'altro, uscendo dalle sale e percorrendo i vari piani che componevano l'edificio. Vide in lontananza quella che sembrava una reception e vi si avvicinò con passo abbastanza deciso.
Salve, sono Morrigan Yeats. Credo mi stiano aspettando di sopra.

 
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´Vicky
view post Posted on 27/9/2010, 13:55




Notando un'ennesima figura farsi avanti al bancone, una delle segretarie rivolte all'accoglienza sollevò il volto dallo schermo del pc alla ragazza appena arrivata.
Salve, le si rivolse in un sorriso, ascoltandone le parole e annuendo ad esse Morrigan Yeats, controllo subito. Un attimo di pazienza.
Rapide le mani tornarono sulla tastiera, guizzando sulle varie lettere e numeri, mentre gli occhi scorrevano rapide liste di nomi, orari e date per incontri o riunioni. E, una volta trovata corrispondenza con i dati appena forniti, alzò ancora lo sguardo sull'interlocutrice, sorridendole e portando una mano sull'auricolare, in attesa di mettersi in contatto con gli uffici in cui la ragazza era attesa.
Le fece quindi cenno con un dito di pazientare ancora qualche breve istante, quado nell'orecchio avvertì la risposta alla sua chiamata.
Morrigan Yeats è appena arrivata in Distretto, annunciò con tono formale e professionale alla voce nell'auricolare, mantenendo l'espressione concentrata sullo schermo del pc, su cui digitò le diverse informazioni che le venivano fornite.
Si, eravamo già stati informati del suo arrivo. rispose ancora, lanciandole un breve sguardo e annuendo a se stessa, poco prima del termine della chiamata Bene, riferirò.
Tornando quindi a sorriderle, la donna chiuse la chiamata con un gesto fluido della mano, sporgendosi appena verso il vetro che le divideva per potersi far ascoltare più facilmente.
La stanno aspettando signorina Yeats. Nono piano, stanza 25 la informò con tono cordiale Buona permanenza.
 
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Jezebel.
view post Posted on 27/9/2010, 14:35




Morrigan Yeats

LA ringrazio. Arrivederci. Sorrise alla segretaria, prima di voltarsi e camminare verso gli ascensori. Attraversà l'atrio, arrivando al pannello e con non troppa curanza spinse il tasto per portare al piano l'ascensore. Aspetto qualche istante, tamburellando le dita della mano sinistra che aveva appoggianto sul muro. Quanto ci metti? Andiamo...Già la salita sarà deprimente. Quanto conti di farmi aspettare, maledetto ascensore?
Sbuffò e si mise con le braccia conserte, poi le porte si aprirono e Morrigan entrò. Stava per pigiare il tasto numero 9, quando alcune persone entrarono nella cabina. Sorrise loro, poi premette il tasto e gli altri fecero lo stesso.
Fortuna che non sia in cima alla torre... Non ci mise molto ad arrivare al piano e ben presto si ritrovò in un lungo corridoio. Stanza 25... Camminò osservando i numerisulle porte, cercando quella indicatale dalla ragazza della reception. Svoltò un paio di volte, finchè non arrivò a destinazione. Ok, ci siamo... Sospirò profondamente, poi si fece coraggio e spinse il tasto che doveva essere quello del citofono.
 
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´Vicky
view post Posted on 27/9/2010, 15:20




Cleo Rives

Aspettava nella stanza già da qualche minuto l'arrivo di Morrigan, sfogliando quello che era il suo fascicolo con attenzione. Faceva correre rapidi ma diligenti gli occhi da una riga all'altra, sfogliando le varie pagine e rileggendone alcuni dettagli che le parvero più rilevanti.
Il suo ritorno improvviso aveva destato sospetti ma anche diverse preoccupazioni all'interno del Distretto, e il fatto che si trattasse di un membro d'Èlite aggrvava maggiormente la sua posizione. Non era assolutamente permesso l'essere transigenti in una situazione del genere, le implicazioni che ci sarebbero potute essere avrebbero potuto causare diversi inconvenienti, dai più banali a faccende più gravi.
E a causa di quanto riferito da Simòn la mattina, Cleo aveva intuito che qualcosa non quadrava; più di una cosa. Era per questo che avevano chiesto a lei di tenere l'interrogatorio, la sua capacità sarebbe stata utile se non essenziale in una situazione del genere. Per quanto si stesse ancora indagando sul suo improvviso ritorno, vi erano dettagli da chiarire quanto prima, e questo lei lo sapeva bene.
Sollevò gli occhi dal foglio che stava scorrendo quando avvertì il campanello suonare e subito si mise in piedi, consapevole del fatto che oltre la porta vi fosse proprio Morrigan. L'avevano avvisata pochi minuti prima, e ora Cleo lasciò il fascicolo sul tavolo presenze nella stanza, dirigendosi verso l'ingresso ad essa, aprendo la porta con fare non troppo scontroso o rigido; benchè quelle fossero situazioni estremamente delicate, non era nella sua indole mettere a disagio il proprio interlocutore. Anzi, era più semplice parlarci e capire, se la tensione non era troppa.
Benvenuta, le si rivolse quindi, dedicandole un breve sorriso educato e scostandosi per poterla far entrare accomodati.
Chiuse quindi la porta alle loro spalle quando la ragazza fu dentro, e le lanciò una rapida occhiata con cui la studiò, facendole poi cenno con una mano di dirigersi verso una stanza più piccola, adiacente a quella in cui erano. Di solito era lì che si tenevano gli interrogatori. Raccolse rapidamente il fascicolo, prendendo a muoversi verso l'altra stanza.
Prego seguimi, l'invitò poi, con fare pacato, aprendo la porta della saletta e invitando Morrigan con un cenno degli occhi. Si sedette poi al tavolo presente al centro di essa, sistemando i vari fogli tra le mani, pooggiandoli poi sul piano e attendendo che la ragazza s'accomodasse. Non vi era poi molto al suo interno, giusto il necessario; un tavolo con diverse sedie -il numero variava a seconda delle occasioni- e una telecamera posta su una parete per registrare il tutto.
E con molta discrezione attivò i cerchi all'interno delle proprie iridi, prendendo un profondo respiro e poggiando compostamente le braccia sulla superficie.
Quando ti senti pronta iniziamo.
 
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Jezebel.
view post Posted on 1/10/2010, 15:12




Morrigan Yeats

La porta si aprì davanti a lei quasi immediatamente, mostrando la figura di una ragazza apparentemente "normale", che con molta calma la invitò ad entrare. In lei Morrigan riconobbe la figura di Cleo. Anche se non aveva mai avuto modo di interagire con lei direttamente, tutti nel distretto e nell'accademia la conoscevano e l'avevano vista aggirarsi per i laboratori e spesso disporre quelli che erano gli ordini per diverse missioni.
Entrò nell'ufficio guardandosi distrattamente attorno, annuendo alle parole della ragazza, che le chiedeva di seguirla. Percorse dunque la stanza e ed entrò in quella adiacente, osservando le pareti spoglie, la telecamare e il tavolo con le diverse sedie. Forse non saremo "sole"... Sospirò, spostando prima lo sguardo su Cleo, che si era già seduta, e poi sui propri piedi. Poggiò la mano sulla spalliera di una delle sedie e la spostò verso di se, per poi accomodarvisi. Da quel momento in poi, tutto quello che le fosse passato per la mente, Cleo lo avrebbe saputo, ma stranamente ciò la turbò soltanto in parte. Come Kylie aveva predisposto tramite il suo potere, gli unici pensieri e ricordi che la travolsero furono quelli della morte di Nevan.
Con lo agurado basso e provando un po' di disagio, si portò i capelli dietro l'orecchio con una mano e con l'altra, appoggiata su una coscia, strinse l'estremità della gonna, poi alzò lo sguardo, incrociandolo con quello di Cleo.
La verità è che... Sospirò. Sapeva che ormai per Cleo non era più un segreto il fatto che aveva mentito a Simòn. ...Quando sono ritornata ad Arcadia ero ancora sconvolta. Sapevo che sarebbe arrivato qualcuno del distretto a parlarmi, ma...Non immaginavo così presto. Abbassò nuovamente lo sguardo sulle mani che teneva intrecciate sul ventre. Ero così spaventata che ho raccontato la prima cazzata che mi è venuta in mente. Solo dopo mi sono resa conto di quanto fossi stata idiota, ma avevo paura. E non ho pensato alle conseguenze...Non ho mai pensato alle conseguenze... Si fermò per qualche istante, cercando di smorzare le lacrime e le parole che le si strozzavano in gola, senza successo: Senza rendersene conto, le parole le uscivano tra le lacrime e a suon di singhiozzi.
Sono sua sorella e avevo il dovere di aiutarlo a tornare e a fuggire da quella situazione che lo stava opprimendo...Che CI stava opprimendo. Non potevo lasciarlo lì e guardare senza fare nulla. Io dovevo fare qualcosa e ho agito senza neanche pensarci. E ho ottenuto soltanto di ritornare a mani vuote, senza di lui. Non tornerà mai più, non tornerà mai più... Si portò le mani al viso e si incurvò in avanti, incapace di sopportare il dolore e l'angoscia che l'avevano invasa, ricordando l'ultima volta che aveva sentito la voce di Nevan, un urlo che le stava lacerando mente e cuore.
 
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´Vicky
view post Posted on 5/10/2010, 14:49




Cleo Rives

Mentre Morrigan prendeva posto sulla sedia, Cleo aveva sfogliato ancora una volta -in maniera rapida e sommaria- diverse pagine del suo fascicolo. Nonostante lo coonoscesse quasi a memoria ormai, temeva che potesse sfuggirle un qualunque dettaglio più o meno rilevante a seconda delle situazioni; e ciò sarebbe andato a suo svantaggio.
Ma l'attenzione fu subito volta alla ragazza, e, chiudendo tra di loro le mani sul tavolo, prese ad ascoltare attentamente le sue parole. Notò l'angoscia in esse, ma vi prestò profonda attenzione, segnando mentalmente le informazioni più salienti.
Così hai mentito al Capitano Cohen... disse parlando in realtà a se stessa, con tono basso ma non accusatorio, rimuginando sulla versione che le veniva fornita. Il sospetto aveva già invaso la sua mente, era quasi del tutto certa che quella riferita da Simòn fosse solo una scusa improvvisata al momento; troppo inverosimile per non destare sospetti.
Adesso bisogna capire il perchè abbia mentito. Dubito sia stato solo per via della tempestività dell'intervento, al contrario, sono certa che fosse più che preparata all'incontro. Potrebbe esserle successo qualcosa, ha parlato del fratello.... Che sappia che fine ha fatto? Potrebbe essere successo qualcosa. Devo farmi spiegare con precisione quanto successo nel periodo in cui è stata assente.
Dov'è stata, chi ha incontrato... Se ha avuto contatti con qualcuno. E soprattutto, non credo sia stata rapita o tantomeno forzatamente chiusa in una stanza se ha incontrato il fratello. Non credo l'avrebbe permesso, soprattutto se gode di una certa posizione a Stjarna.

Prese un profondo respiro, cercando di scorgere con la propria mente i pensieri fluttuanti nell'altra, prendendo lentamente ad intravedere immagini confuse, raffiguranti volti, paesaggi e voci che lei non seppe chiaramente identificare. Avrebbe dovuto scavare più a fondo di così, ma per il momento era meglio farla parlare, ascoltare ciò che avrebbe avuto da dire, verificando man mano il suo racconto con quanto riflesso nella mente. Sospirò, sporgendosi appena sul tavolo, chinando il capo per poter osservare facilmente il volto di Morrigan, ora inumidito dalle lacrime. Le dedicò uno sguardo in parte comprensivo, osservandola con fare serio ma ancora sciolto e disponibile, tenendo tuttavia costantemente d'occhio il flusso di pensieri.
Cerca di calmarti, le accennò professionale ma gentile, poggiando il peso del busto sugli avambracci a contatto col tavolo prendi un profondo respiro e poi ricominciamo. Capisco che tu possa essere spaventata ma non devi preoccuparti, non sei qui perchè oggetto di un'accusa. Rilassati e quando ti senti pronta raccontami cos'è successo. la rassicurò ancora, mspostando gli occhi da una parte all'altra del viso della ragazza, lasciando affacciare già le prime ipotesi nate dall'affluire dei ricordi nella mente.
Se ha avuto a che fare con qualche ribelle, avranno certamente pensato a me, di conseguenza cercato un modo per ostacolarmi. Devo stare attenta.
 
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Jezebel.
view post Posted on 5/10/2010, 15:41




Morrigan Yeats

Continuava a vedere nella sua mente il corpo gravemente ferito del fratello, straziato ai suoi piedi e intanto gli altri ribelli che li stavano raggiungendo per completare l'opera. Con quel poco di energia che gli era rimasta, Nevan le aveva intimato di mettersi in salvo, perchè non c'era tempo di usare il proprio potere per guarirlo. A malincuore era dovuta fuggire, ma alle sue spalle sentì uno sparo. Continuando a correre, voltò per qualche istante lo sguardo alle sue spalle, per vedere il corpo esanime di Nevan alla mercè dei ribelli.
Singhiozzando e tremando, con il volto completamente umido e le mani sul viso, con le quali cercava di asciugarsi, cercò di respirare profondamente e di calmarsi, almeno quanto bastava a riuscire a parlare.
Sì, ho mentito al capitano Cohen... Si strofinò con le dita bagnate gli occhi, fallendo miseramente nel tentavo di asciugarli.
In tutti questi anni, nonostante Nevan non vivesse ad Arcadia per i motivi che sappiamo, ci siamo tenuti in contatto, anche se saltuariamente, dato che non era sempre possibile. Ho sempre cercato di convincerlo a riflettere sulle proprie scelte e sulla sua vita, spronandolo a venire a stare qui. Si soffermò, portandosi le mani in grembo e posando lo sguardo su Cleo, mentre un nodo in gola le si formava. Respirò profondamente, poi riprese.
Era sempre più deciso a lasciare tutto e scappare, ma sapeva che ormai non era possibile. Quando mi confidò di essere stanco di quella vita, approfittai della missione a Malden, che non era affatto distante da Stjarna, e simulai un attacco...Ero così decisa ad andare da Nevan per portarlo qui, che non c'ho pensato due volte. E' per questo che ho inventato quella frottola, avevo paura di essere punita per aver agito di testa mia... Abbassò lo sguardo, provando un po' di vergogna per l'aver agito impulsivamente e con superficialità.
L'idea era quella di andare lì, aspettare che le acque si calmassero e poi fuggire con Nevan. Ma è andato tutto per il verso sbagliato...Nevan...E' stato colpito mentre fuggivamo e non ha voluto che io lo salvassi perchè ormai era troppo tardi. I ribelli avrebbero ucciso anche me. Sono fuggita! L'ho abbandonato lì al suo destino! Volevo "salvarlo", ma non ho fatto altro che essere responsabile della sua morte! Con le lacrime che le rigavano in abbondanza il viso e la voce che le veniva a mancare, raccontò a Cleo di come aveva viaggiato fisicamente e psicologicamente distrutta per tornare a casa.
Nulla è valso a niente... Non ho avuto nemmeno il coraggio di tornare a casa e dare la notizia ai miei...Ora che ci penso, anche se avessi detto da subito la verità e fossi finita anche ad Utopia, la mia più grande punizione sarebbe comunque rimasta quella di "aver ucciso" mio fratello. Perchè alla fin fine è così...
 
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´Vicky
view post Posted on 16/10/2010, 14:16




Cleo Rives

Chiuse gli occhi al racconto della ragazza, ristudiando con più lentezza le immagini che rapide continuavano a scorrere nella sua mente spaurita, ripetendosi in modo frenitico, alternandosi fra esse anche con non celato disordine.
C'era qualcosa che non andava in tutta quella storia.
Sebbene paressero chiari e distinti, i pensieri della ragazza a tratti sembrano seguire un ordine sparso, come se la mente non aveva avuto nemmeno il tempo di immagazzinarli e rielaborarli in una sequenza più ordinata; salvati come meglio aveva potuto, il cervello aveva funzionato momentaneamente come un computer, memorizzando quel flusso di immagini nel modo più velocemente possibile senza rielaborarlo correttemente; pare quasi aver bisogno di una deframmentazione.
Provò a distribuire lei tutte quelle informazioni in modo uniforme e continuo, ma dietro ogni immagine, sembravano celarsene altre dieci, e così ancora.
Un libro dalle pagine così sottili che se si fosse letto sfogliandolo velocemente, si sarebbero potuti saltare capitoli interi con un solo gesto.
Sospirò allora, schiudendo gli occhi sulla ragazza che ancora singhiozzava, vittima di tutti quei ricordi che avvertiva vividi sulla pelle, come vissuti solo qualche ora prima. Era confusa, disorientata; sebbene raccontasse il fatto con estremo panico, i particolari che sembrava ricordare della vicenda, erano troppo ben curati per il tipo d'emozioni che provava.
Le immagini del dialogo con Simòn poi, erano ben diverse da quelle che le si presentavano davanti; Morrigan le aveva detto che gli aveva mentito per panico, per il timore di essere accusata di aver fatto qualcosa, essere complice in piani Ribelli.
Poteva anche starci, sicuro. Ma allora perchè abbandonarsi a tanta disperazione solo in quel momento? Davanti il Capitano, la Yeats si era mostrata controllata e sicura, persino vagamente seccata.
Un po titubante su alcuni attimi, ma sempre ben concentrata al portamento per niente intimorito dalla figura di Simòn nella stanza. Da quanto poteva vedere, si era mossa persino con una certa tranquillità nella stanza, alzandosi, andando in cucina e prendendo una bottiglia d'acqua.
Non c'era nessun segno evidente nel suo atteggiamento che provasse il suo reale disagio nella morte del fratello, lo stesso per il quale in attimo si disperava.
Cleo ne fu sicura, ci voleva un analisi assai più approfondita di quello che vedeva, qualcosa che la sua Telepatia in quel piccolo lasso di tempo era in grado di scorgere a bordi sfocati, ma che non riusciva a vedere chiaramente l'intera reale situazione che era.
Morrigan, ascoltami... iniziò, sospirando pesantemente e cercando di concentrarsi ancora un attimo di più, per riuscire a vedere meglio dietro l'amarezza di tutti quei ricordi.
Capisco il tuo stato d'animo, credimi. So cosa vuol dire perdere qualcuno di veramente importante e sentirsi colpevoli per essa, ma farti martire di tutto questo non aiuterà ne te, ne nessun'altro della tua famiglia. Ora, facciamo così: è evidente che non sei nelle condizioni migliori per parlare di quello che è successo fuori da Arcadia, sei troppo spaurita per poter ricordare le cose con la calma e lucidità dovuta a questo colloquio. Ti suggerisco di tornare a casa, riposarti quanto più puoi e fare chiarezza tra i pensieri, perchè ne hai davvero bisogno. Fra un pò di tempo, è probabile che sarai nuovamente convacata ma non devi spaventarti per questo. Mi occuperò io del tuo dossier, l'obiettivo principale sarà quello di farti superare questa cosa nel modo migliore possibile, così da poter tornare fare luce su questa faccenda e tornare operativa al più presto.
Siamo d'accordo?
 
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Jezebel.
view post Posted on 1/11/2010, 15:35




Morrigan Yeats

Non mi ero mai sentita così prima di allora. Avevo come la sensazione che sarei esplosa da un momento all'altro. Il cuore batteva all'impazzata, brividi di freddo mi percorrevano la schiena che potevo sentire bagnarsi di un sudore freddo. Stavo entrando in panico e da lì a poco probabilmente mi sarebbe mancato anche il respiro. Sentii la voce rassicurante di Cloe, che cercava di aiutarmi a calmarmi, ma come potevo riuscire a non sentirmi in colpa? Dopotutto, tutto era accaduto a causa mia. Mi sentivo così frustrata, tutta quell'ansia, quello stress, qui sensi di colpa che mi portavo dentro. Mi sentii così sciocca nel mostrarmi così pietosamente fragile a quella donna, con cui non avevo mai avuto il piacere di avere direttamente a che fare prima. Ero lì, tremolante e non avevo neanche più il coraggio di guardarla in faccia e non avrei avuto il coraggio neanche di guardarmi allo specchio. Ero una larva, lo spettro del mio essere. Quanta pena ho provato per me stessa e continuo a provare, ogni volta che ci penso. Ero così stanca, come se il peso di un'intera vita mi fosse crollato improvvisamente addosso. Quella era stata solo la goccia che fece traboccare il vaso, anzi, non una goccia, un'ondata devastante.
Scusami, io...Forse hai ragione. E' che speravo di riuscire a tenermi tutto dentro, ma non ce la faccio. Non sono così forte. Sono scoppiata nel momento meno opportuno. Mi sento così a pezzi...Forse avevo bisogno di sfogarmi prima di venire qui. Cercavo di combattere contro i miei stati d'animo e di calmarmi, a tratti invano. Rimasi qualche istante seduta, finchè non riuscii almeno in parte a calmarmi, anche se ogni tanto mi ritornavano alla mente i ricordi della nostra infazia. Quanto mi era mancato. L'idea di non poter più condividere nulla con lui mi stava facendo impazzire.
Quanta pazienza deve aver avuto quella donna nel godersi quelal scena patetica che si portò avanti per diversi minuti. La prima cosa che pensai uscita da lì, tornata a casa e seduta sul divano fu Che figura di merda...
Povera me, come mi ero ridotta.


SPOILER (click to view)
Scivo in prima persona perchè da quel che ho visto pare molto più comodo e coinvolgente. Non è un problema, vero? : P
 
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8 replies since 25/9/2010, 15:29   84 views
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