| Fran
Espirò profondamente, chiudendo gli occhi e gettando in un respiro il fumo respirato. Il Ritz, era tremendamente silenzioso quel pomeriggio, vuoto; nella sala principale, nell'ingresso, non c'era nessun'altro, solo lei, seduta ad un tavolino al quale aspettava che Rei tornasse. Doveva essere perchè pioveva e perchè quella non era una delle giornati migliori per avere compagnia, lì dentro. La matina, aveva sentito che Rei e Khina avevano discusso riguardo uno nuovo, un tale -neutrale- che era arrivato a Stjarna da poco, in cerca di informazioni riguardo una persona scomparsa che lei, aveva avuto modo di conoscere. Ci aveva riflettuto a riguardo, la cosa, l'aveva anche interessata. Ma c'era altro che in quel momento, le importava di più di un ragazzo nuovo in Capitale, problemi di entità assai maggiore. Quando riaprì lo sguardo, la sala era fredda, colorata di un monocromatico grigio in parte rilassante che a tratti però, evidenziava il decadimento di Stjarna; sospirò pesanememente, accennando u sorriso sarcastico che dedicò a se stessa, e la mano scuoteva la sigaretta fra le dita, andando a far cadere la cenere in un bicchiere. Ascoltava assorta ormai da alcune ore, il ticchettio della pioggia che si abbatteva insistenze sul Ritz, sui palazzi intorno e le piacque particolarmente la melodia che intonava la pioggia, che risuonava con forza per le sale e i corridoi vuoti dell'albergo, ora che era deserto. Lanciò uno sguardo nella Hall, poggiando il capo su di una mano quando un lampo la illuminò, attirando la sua attenzione e il suo verde fatale per la sala. E ripotando la sigaretta alle labbra ne tirò di nuovo l'aroma, sentendone il sapore amaro ma trovado in esso il caldo conforto della nicotina che le rilassava i nervi, attutendo il dolore del mal di testa con il quale si era svegliata, e che la infastidiva da alcuni giorni a questa parte. Forse, si disse, per mancanza di sonno. Ed erano questi i momenti nei quali, rimpiangeva una massiccia dose di tranquillanti che l'avrebbero stordita fino a farla dormire per dodici, tredici ore di fila senza nemmeno sognare. Pensò, per un lungo attimo, mentre guardava la cicca consumarsi fra le dita -l'indice e il medio-, che quella sarebbe dovuta essere l'ultima della giornata; perchè stava cercando di smettere? No, perchè doveva aspettare la fornitura per la quale Rei era andato a controllare, assicurandosi che viveri, medicinali e vizi, arrivassero puntuali a Stjarna, almeno una volta al mese. In altre parole, aveva le sigarette contate e sapeva, di non dover esagerare se non voleva trovarsi alle strette, rimpiangendole con nervoso le ultime settimane che rimanevano. "Se smettessi sarebbe meglio." sentì rei nelle orecchie, e un sorriso simile ad una smorfia gli si dipinse sulle labbra. "Rifornimenti a parte, lo sai che mi piace la piega che prende questo vizio." Lo so dolcezza, lo so. Ma infondo, sebbene ammettesse che fosse sbagliato, sapeva che non avrebbe mai smesso sul serio.
|